IN UNGHERIA, UN'ESPERIENZA INDIMENTICABILE FRA SPORT E AMICIZIA

28 aprile 2008

Si torna dall'Ungheria stanchi e con la coppa conquistata al Torneo dell'Amicizia ma il fatto sportivo è poca cosa rispetto all'affetto e all'amicizia che ci ha letteralmente avvolto in ogni momento di questa tre giorni in terra magiara. Ragazzi e genitori hanno toccato con mano la tradizionale ospitalità di questi luoghi, con giovani e meno giovani pronti a mettere a disposizione la propria casa e il proprio tempo per rendere il più sereno e confortevole possibile il soggiorno di noi italiani, venuti quaggiù per giocare a baseball in un Paese dove il baseball è ancora a livello poco più che pionieristico. In certi momenti era inevitabile che la memoria andasse a certe foto ingiallite che si vedono sugli almanacchi del baseball parmense quando gli impianti erano quelli che erano ma la passione era infinita. E quando venivano gli "americani" si voleva fare bella figura e il risultato non contava. Ecco: più o meno è quello che ci siamo trovati a vivere in Ungheria: scolaresche in visita al campo, richieste di autografi, ragazzine al seguito, televisione, stampa ... Nel piccolo e dolcissimo paese di Nemesvamos eravamo l'evento, gli ospiti che attiravano la curiosità di tutti. Ma andiamo con ordine.

 

Si parte nella notte di giovedì per il lungo viaggio. Ci svegliamo sulla riva occidentale del Balaton, a Keszthely dove ci aspetta una lauta e agognata colazione a buffet. La nostra amica e compagna di viaggio Krisztina è a disposizione di tutti e si fa in quattro per assecondare ogni desiderio. Se siamo qua è solo per merito suo, per la voglia che aveva di farci conoscere la sua terra con un orgoglio tutto ungherese. Si passeggia per le strade del centro e qualcuno ne approfitta per visitare il bel castello barocco. Si sale in pullman e Pietro, il nostro valente autista, prende la strada lungo il lago per scaricarci a Tihany. Si torna a tavola ed è il primo contatto con la cucina ungherese. Non male. Il promontorio dell'Abbazia offre grandiosi panorami sul lago e la strada è piena di bancarelle con sosta obbligata per le nostre gentili compagne di viaggio. Ripartiamo per raggiungere Balatonfured, graziosa località balneare famosa per la sua acqua miracolosa che, naturalmente, non manchiamo di assaggiare speranzosi sui suoi benefici effetti. Finalmente sotto sera entriamo a Nemesvamos e conosciamo l'altro grande artefice della nostra avventura: Kedves Geza, presidente dei Tigers locali. Sicuramente gli abbiamo scombussolato la vita ma lo vediamo felice di riceverci e di mostrarci il campo da gioco e gli alloggiamenti. Molti genitori trovano ospitalità in famiglia e i giudizi sono di puro entusiasmo, alimentato anche dal tradizionale bicchierino di grappa offerto e da degustare obbligatoriamente come benvenuto e aperitivo. I ragazzi invece dormono in una grande e attrezzata palestra. La cena per la squadra è presso il centro parrocchiale, direttamente confezionata dalle madri dei giocatori locali. Il viaggio è stato massacrante ma i ragazzi non se ne danno per inteso e il tempo della digestione è impiegato in una terribile e fracassona partita di calcetto. Si spengono le luci e la calma ritorna sovrana. Calma apparente però, perché a cose fatte si viene a sapere di scherzi che durano tutta la notte, complice il sonno pesante degli accompagnatori.

 

Sveglia alle 6.30 e abbondante colazione. Il Sindaco ci onora della sua presenza e la cerimonia inaugurale è semplice ma anche un pizzico solenne. Per noi parla un commosso professor Rosetti e al Sindaco tocca l'onore del lancio della prima pallina. L'instancabile Masola, ingordo di farsi tutte le partite possibili, saltella avanti e indietro per il campo cercando di dare regole e prendere accordi. Il suo ungherese non è molto fluido, ma si fa capire. Fanno la loro apparizione le T-shirt che abbiamo preparato come ricordo per l'avvenimento e ne facciamo dono alle Autorità e alle squadre avversarie.

 

Finalmente si inizia a giocare. Di fronte abbiamo la squadra dell'impronunciabile Badacsonytomaj Baseball. Senza mascherare più di tanto l'orgoglio, il manager ci annuncia che sono i campioni ungheresi in carica. E si vede, perché i nostri ragazzi la prendono su un po' troppo molle e incassano subito 3 bei capponi. Capita l'antifona, la squadra si rimette un po' in riga e la partita si incanala giusta.

 

Concordiamo di giocare subito anche la seconda partita, così ci resta il tempo per la visita a Veszprem. Le Tigri locali (che scopriamo essere pure Squali) ci tengono a fare bella figura ma la differenza tecnica e fisica è troppa. Un paio di fuoricampo fanno capire da che parte penderà la bilancia del risultato. E' arrivata anche la televisione e il fotografo del giornale. Chissà che la nostra presenza non aiuti anche ad attirare un po' di attenzione e interesse per il nostro sport. Se così fosse, ne saremmo orgogliosi

 

Doccia e pranzo in ristorante. Il gulash è molto apprezzato, il pasticcio all'ungherese trova ospitalità solo nello stomaco di Gino, notoriamente di bocca buona. Si parte per la città anche se purtroppo è sabato e i negozi sono chiusi. L'unica gelateria che troviamo sulla via commerciale viene presa d'assalto ed è giornata fortunata per i gestori. Poi ci si incammina per le stradine del bellissimo centro storico, affascinante scenario di nobili edifici freschi di restauro. Gli adulti passano la serata in una tipica csarda fra musica tzigana e sonore bevute, la squadra torna in palestra non senza un preliminare sermoncino per invitare alla calma, al silenzio ed al riposo. Il messaggio arriva a destinazione, almeno fino al sonno degli accompagnatori.

 

Il timore di una partenza in ritardo, ci fa optare per un'unica partita di finale contro la squadra locale. Due ore e mezzo di gioco divertente dove la nostra supremazia non è mai messa in discussione. Per le premiazioni arriva il Vice Sindaco. Parole di ringraziamento e di arrivederci prima che il nostro giocatore alzi al cielo la Coppa dell'Amicizia. Abbiamo voluto chiamarla proprio così perché questo è lo spirito della nostra visita e tale sarà anche quando gli ungheresi ci verranno a trovare ad inizio luglio. Sport e amicizia: il modo con cui abbiamo sempre voluto intendere la pratica del baseball.

 

Dopo la doccia e un pranzo di unanime soddisfazione ci si prepara a partire. Qualche lacrima fa capolino sulle guance delle ragazzine che ci salutano. Sono state insieme a noi per due giorni e la simpatia era reciproca. Ci aspetta un lungo viaggio ma con la soddisfazione di aver trascorso un seppur breve momento di serenità insieme ai nostri ragazzi. L'apprezzamento sembra unanime, probabilmente i più hanno fatto pari con i meno e, come Società, ne siamo orgogliosi. A Parma arriviamo alle una di notte passata, non crediamo che tutti siano andati a scuola il giorno dopo ... ma ne valeva la pena.

 

Ringraziare la gente di Nemesvamos ci sembra un po' troppo poco. Ma non possiamo fare molto di più se non rassicurarli che non dimenticheremo tanto presto queste belle giornate. E intanto li aspettiamo a Parma il prima possibile e chissà che l'anno prossimo non ci sia ancora l'occasione di incontrarci di nuovo all'insegna del baseball e dell'amicizia.

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