NO COMMENT. ANZI, MOLTI COMMENTI
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Per la IBL2 una giornata nerissima: il Macerata passa due volte sul diamante di via Parigi |
17 luglio 2011 |
Una giornata nerissima, da dimenticare. Non è il miraggio svanito dei play-off che dispiace, al massimo è un'aspettativa delusa da mettere in conto quando si fa sport. Preoccupa invece la prova opaca della squadra, fotocopia delle partite precedenti a Senago. Dispiace per i ragazzi che, per provarci, ci hanno provato ma un po' per malasorte e un po' per una condizione non ottimale non sono riusciti a raccogliere i frutti sperati. In gara 1, sotto di 5 punti, il tentativo di rimonta è durato un paio di inning poi la carica si è esaurita, merito anche del pitcher avversario che ha saputo riprendere in mano una situazione difficile. In gara 2, la squadra è stata lungamente in vantaggio per poi crollare alle prime difficoltà, una volta che è stata raggiunta e superata. Peccati di gioventù ? Certo che anche l'anagrafe ha il suo peso. La squadra è poco più che juniores ed è comprensibile una maggior difficoltà a reagire alle avversità, a mantenere la concentrazione. Più facile è che ci si esalti quando le cose vanno per il verso giusto che mantenere i nervi saldi per tentare la reazione quando lo cose non vanno come si vorrebbe. Poi non è difficile che i molteplici fronti su cui sono impegnati i ragazzi crei qualche scompenso a livello psicologico. Comunque niente di male, Macerata è il passato e non si può cambiare. Rimandiamo i play-off alla prossima stagione e andiamo a Nettuno con il sorriso cercando il riscatto su un campo così ostico. E poi avanti nel progetto, cercando di migliorare il migliorabile e consolidare il meglio, pianificando un fine stagione intenso per dare alla squadra la possibilità di prepararsi e crescere, come da programma. |
BOX SCORE | gara 1 | gara 2 | PLAY BY PLAY | gara 1 | gara 2 |
GALLERIA FOTOGRAFICA |
da www.juniorparmabc.it
NO COMMENT. ANZI, MOLTI COMMENTI
Come lo scorso anno, anche nel 2011 si ripresenta il problema del calo della seconda metà della stagione. Esattamente come nel 2010, dopo un girone d’andata magari non perfettamente soddisfacente, inizia un girone di ritorno da incubo nel quale si vedono svanire le speranze di playoff, accarezzate fino a poche settimane fa. I segnali c’erano già stati ed erano anche chiari, ma se la settimana scorsa a Senago c’era l’alibi dell’incompletezza della squadra, ieri in Via Parigi questo alibi non teneva proprio, visto che la squadra era al completo, ad eccezione dell’ormai “lungodegente” ricevitore Riccardo Zambelloni, sempre alle prese col ginocchio lesionato ormai un mese fa. Una squadra spenta, stanca, senza mordente, ha perso due gare assolutamente alla sua portata e lo testimonia l’aver battuto praticamente il doppio degli avversari in gara 1, realizzando la metà dei punti. Si batte poco, ma soprattutto non si batte quando serve. Si prova a giocare sulle basi, ma nessuna giocata sembra riuscire, neppure la più elementare, come il bunt di sacrificio o il batti-e-corri. Bunt alzati in pop che arrivano alla terza base; batti-e-corri perfetti per essere raccolti dal lanciatore o addirittura dall’interbase, per comodissimi doppi giochi; strike out guardati, dopo aver girato ball clamorosi. Tutti esempi che dipingono una squadra “scoppiata” fisicamente e che non sta reggendo mentalmente il campionato. Saranno pure i doppi e tripli impegni di alcuni dei giocatori, ma questo potrebbe al limite giustificare chi doppi e tripli impegni deve sopportare, non chi questi impegni non ha. Purtroppo però credo che la situazione venga mal digerita un po’ da tutti e che questo porti ad un malessere generale. Il mio personalissimo e ci tengo a sottolinearlo, personalissimo parere è che il metodo utilizzato in Italia per strutturare e gestire il sistema di franchigie, sia eccessivo nello spostamento dei giocatori fra le diverse categorie. Giocatori come palline di un flipper, che rimbalzano fra Under 21, IBL1 e IBL2, senza soluzione di continuità e senza omogeneità di preparazione. Il sistema funziona negli USA, dove i giocatori vengono “chiamati” alla categoria superiore, quando ce n’è bisogno e quando hanno dimostrato di essere pronti. Quando poi sono saliti, ci rimangono per il tempo necessario a verificarne l’adattamento, allenandosi solo con la nuova squadra, nel ruolo richiesto. Se poi non si dimostrano maturi o non ancora adatti, ritornano alla squadra di partenza, dove trascorrerà del tempo, prima che ci sia un’altra chiamata. Da noi (in Italia, non solo a Parma) i giocatori in realtà sono spesso titolari in due squadre, o comunque impegnati con due squadre, magari in ruoli diversi, con la confusione che questo comporta. E’ pur vero che siamo in Italia e non negli USA, è vero che qui non c’è il professionismo, se non allo stato larvale, è vero che i numeri sono diversi e il materiale umano a disposizione è molto meno, ma il ripetersi dello stesso problema per due anni consecutivi mi porta a pensare che questo sia strutturale e generato dal metodo, più che contingente e dovuto a fattori peculiari relativi ai singoli giocatori. Mancano due giornate, quattro gare, alla fine del campionato e sarà veramente la fine, non partecipando ai playoff. Per qualcuno l’attività continuerà con la Under 21 vincitrice del suo girone e per altri con la IBL1 nella difesa del titolo conquistato lo scorso anno. Per qualcun altro inizierà la preparazione per il prossimo campionato, che lo vedrà fra poco meno di nove mesi riprendere l’attività agonistica: lasciatemi dire che c’è qualche cosa che non mi torna. |